Natale in Vaticano: si è acceso l’albero simbolo della nuova Europa

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Il Natale in Vaticano inizia con la solennità dell’Immacolata. Il Papa esce e incontra la gente di Roma che comincia quel giorno a preparare il presepe. Gente che si assiepa lungo la strada che dal Vaticano arriva a Piazza di Spagna per vedere il Papa. Paolo VI negli anni ’70 scelse addirittura di essere portato dai vetturini romani in una “botticella” scoperta per essere perfettamente “romano”. E, anche se quest’anno s’è vista solo passare una macchina nera chiusa, la festa c’è stata lo stesso. Poi si comincia ad illuminare Piazza San Pietro. Arriva l’albero da qualche parte d’Europa, si allestisce con le grandi palle oro e argento, di mette la stella in cima all’abete.

Una tradizione recente, iniziata da Giovanni Paolo II all’inizio degli anni ’80 ma davvero irrinunciabile per la città. In un pomeriggio di metà dicembre, sfidando il freddo, c’è la cerimonia della accensione dell’ albero. Discorsi, canti, festa. L’abete di quest’ anno arriva da una foresta che la Baviera condivide con la Repubblica Ceca. Dal cuore dell’ Europa. Quando l’albero è stato piantato 60 anni fa in quella zona c’era il confine tra il mondo libero e il comunismo. Lo hanno ricordato i sindaci dei paesi che sono su quello che ora non è più un confine.

L’albero alto 25 metri  è un dono dalla comunità di Waldmünchen. Il trasporto dell’ abete è sempre in piccolo evento e quest’anno se ne è occupata l’associazione Trenckfestspiele che ha approfittato  dell’assenza di nebbia sulle strade della Germania e dell’Austria per consentire il viaggio alle 7,2 tonnellate dell’ albero. Waldmünchen si trova al confine con la Repubblica Ceca. La prima tappa è stata a Regensburg, dove è stato benedetto dal vescovo; seconda fermata nel centro di Monaco di Baviera e poi direttamente a Roma.

Tra i 60 abeti donati al Vaticano uno in particolare è davvero un simbolo. É quello che decora il Monastero Mater Ecclesiae per Papa Benedetto. Dalla Baviera, da quella Europa che la fede cristiana ha unito e le dittature diviso, dal cuore di un continente che oggi parla di pace invece che di guerra. Borgomastri, sondaci, ministri tedeschi e cechi hanno visto in questo albero nel cuore della cristianità il simbolo di una Europa non dei mercati ma delle libertà, delle idee, della fratellanza. Quando quest’albero è stato piantato libertà e democrazia per noi erano un sogno, ha detto il rappresentante della comunità ceca.

La Banda della Gendarmeria ha suonato il “Va’ pensiero”, e l’album della storia ha mostrato le immagini della esecuzione verdiana a Milano, in quel Risorgimento italiano dove i popoli europei erano ancora uno contro l’altro per trovare se stessi. Sarebbe bene ripensarci passando in Piazza San Pietro, in Vaticano davanti ad un albero che è simbolo di una storia nuova e di tradizioni antiche: E pensare che c’è ancora chi crede che l’Europa sia una utopia.

Per riflettere c’è tempo fino al 2 febbraio, con la festa di Candelora l’albero sarà smantellato e, come ogni anno, il legno del tronco verrà utilizzato per realizzare piccoli oggetti di uso quotidiano e giocattoli da destinare ai bambini di famiglie indigenti.

Quando la stella sulla cima dell’abete si è accesa la Piazza si accesa di stupore e speranza. Peccato che Papa Francesco da Santa Marta non l’abbia potuto vedere.

 

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