Mandela: testimone della dignità della persona

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“La libertà – diceva don Chisciotte al suo fedele scudiero – è uno dei doni più preziosi dal cielo concesso agli uomini: i tesori tutti che si trovano in terra o che stanno ricoperti dal mare non le si possono agguagliare: e per la libertà, come per l’onore, si può avventurare la vita, quando per lo contrario la schiavitù è il peggior male che possa arrivare agli uomini”. E’ a partire da questa intramontabile consapevolezza che Nelson Rolihlahla Mandela, figlio di un capo tribù sudafricano, ha dedicato tutta la sua esistenza, lottando contro l’apartheid, la povertà e l’ineguaglianza. Un impegno e una responsabilità di fronte alle quali l’apostolo della nonviolenza sudafricano non ha voluto voltare le spalle. Non sono bastati nemmeno i 27 anni di prigionia, imposti dal Partito Nazionale del Sudafrica, a farlo desistere da quella strada che Mandela percorreva a testa alta, con la dignità e la libertà che sono propri dell’essere umano, e pagando in prima persona le umiliazioni e le vessazioni di un potere politico deciso a sopprimere i diritti dell’uomo. “Madiba” (così veniva chiamato affettuosamente), sapeva e lo ripeteva spesso che “il cammino verso la libertà non è facile in nessun luogo”, ma intuiva con altrettanta certezza che “La libertà senza civiltà, la libertà senza la possibilità di vivere in pace non è vera libertà”.

Oggi il popolo dell’Africa meridionale piange il suo più grande e valoroso cittadino, premio Nobel per la pace e primo presidente del Sudafrica democratico, che all’età di 95 anni è deceduto nella sua abitazione a Johannesburg, attorniato dai suoi familiari e accompagnato dalle preghiere del suo popolo.
Tra gli innumerevoli messaggi di cordoglio, provenienti dai capi di stato di tutto il mondo, anche quello di Papa Francesco, per rendere omaggio – scrive il Pontefice in un telegramma inviato ai familiari – “al deciso impegno mostrato da Nelson Mandela nella promozione della dignità umana di tutti i cittadini del Paese e nel forgiare un nuovo Sudafrica, costruito sui saldi fondamenti della non-violenza, della riconciliazione e della verità, prego perché l’esempio dell’ex presidente ispirerà le generazioni sudafricane a porre nella prima linea delle loro aspirazioni politiche la giustizia e il bene comune”.

La Chiesa cattolica sudafricana – attraverso un messaggio di mons. Stephen Brislin, Arcivescovo di Città del Capo, raccolto dall’Agenzia Fides – sottolinea che Mandela “non è mai sceso a compromessi con i suoi principi e la sua visione di un Sudafrica giusto e democratico dove tutti hanno uguali opportunità, anche sacrificando a lungo la propria libertà personale”. Il leader scomparso ricorda l’Arcivescovo “nonostante le forti sofferenze patite nella sua vita non ha mai risposto al razzismo con il razzismo e le sue parole pronunciate al processo per tradimento ci ispirano ancora oggi: “ho combattuto la dominazione bianca e ho combattuto la dominazione nera. Ho accarezzato l’ideale di una società libera e democratica nella quale le persone vivono insieme in armonia e con uguali opportunità”. “Il modo più grande che abbiamo per onorare la vita di Nelson Mandela – conclude mons. Brislin – è quello di lottare per gli ideali che egli ha accarezzato: la libertà, l’uguaglianza e la democrazia, e di difendere questi ideali da coloro che tentano di corromperli”.

Appena atterrato all’Aeroporto internazionale di Johannesburg, Giovanni Paolo II, nel 1995 rivolgendosi al popolo sudafricano disse: “Ovunque guardiamo, l’Africa si sta trasformando. Non sappiamo ancora dove condurrà questo cambiamento. Sappiamo però che le speranze e le aspettative di milioni di esseri umani non possono essere ignorate”; poi, rivolgendosi al Presidente Nelson Mandela, proseguì dicendo: “dopo essere stato un «testimone» silenzioso e partecipe dell’anelito del suo popolo alla vera liberazione, ora si è assunto la responsabilità d’ispirare e di sfidare ognuno a riuscire nel compito di riconciliazione e di ricostruzione nazionali. Ricordo il nostro incontro in Vaticano nel giugno del 1990, poco dopo il suo rilascio dalla prigione. Nelle cordiali parole di benvenuto che oggi mi ha rivolto, riconosco quello stesso spirito che la sostenne nel raggiungimento dell’ideale di una vita migliore per i popoli di questa Nazione”.

Non solo il continente africano ma tutti dobbiamo essere grati a Nelson Mandela per la saggezza e il coraggio che hanno contraddistinto il suo operato. Da semplice cittadino, da carcerato, poi da Presidente e simbolo universale dei diritti umani, Mandela ci ha ricordato che: “Il coraggio non è la mancanza di paura, ma la vittoria sulla paura. L’uomo coraggioso non è colui che non prova paura ma colui che riesce a controllarla”, e che “Esseri liberi non significa semplicemente rompere le catene ma vivere in modo tale da rispettare e accentuare la libertà altrui”.

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