Autorità di Informazione Finanziaria, dal 21 novembre in vigore il nuovo statuto

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L’Autorità di Informazione Finanziaria vaticana ha un nuovo statuto. Promulgato con un motu proprio firmato da Papa Francesco il 15 novembre, il nuovo statuto entrerà in vigore dal prossimo 21 novembre. Con diverse novità: i poteri della direzione dell’autorità vengono rafforzati; il consiglio direttivo dell’Aif è definito chiaramente come un organismo che definisce gli obiettivi strategici dell’autorità; il presidente viene qualificato come presidente del Consiglio direttivo. Una serie di accorgimenti che già i valutatori del comitato di MONEYVAL avevano chiesto nel rapporto dello scorso luglio, e che permettono alla Santa Sede di presentarsi all’appuntamento con la plenaria del comitato il prossimo 9-13 dicembre con un sistema finanziario delineato secondo gli standard internazionali, ma senza snaturare la peculiarità della Santa Sede.

Si tratta di un ulteriore passo nel percorso di rafforzamento del quadro istituzionale della Santa Sede e dello Stato di Città del Vaticano per prevenire e contrastare le potenzialità illecite in materia finanziaria. Il motu proprio dell’8 agosto 2013 e con la legge n. XVIII dell’8 ottobre 2013 aveva già conferito all’Aif, in aggiunta ai poteri già stabiliti, quello della vigilanza prudenziale. Mancava l’adeguamento dello Statuto alle funzioni che è chiamato a svolgere, a partire appunto dall’istituzione di un ufficio per la vigilanza prudenziale dotato di necessarie risorse professionali.

Spiega il comunicato della Sala Stampa della Santa Sede che “il nuovo Statuto distingue i ruoli e le responsabilità del Presidente, del Consiglio direttivo e della Direzione, per assicurare che l’Aif possa svolgere più efficacemente le proprie funzioni, con piena autonomia ed indipendenza e coerentemente con il quadro istituzionale e giuridico della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano”.

Nel Motu Proprio, Papa Francesco sottolinea di aver accolto anche “i suggerimenti della Commissione Referente sull’Istituto per le Opere di Religione che ho istituito con Chirografo del 24 giugno 2013, ho ritenuto opportuno riformare la struttura interna dell’Autorità, affinché possa meglio svolgere le funzioni istituzionali che le sono affidate”.

C’era bisogno di un maggiore equilibrio di poteri e anche di una maggiore definizione dei ruoli, come segnalato dal rapporto MONEYVAL. Al punto 17 del rapporto si legge infatti che “sembra esserci una mancanza di chiarezza riguardo il ruolo, la responsabilità, l’autorità, i poteri e l’indipendenza dell’Aif come supervisore”.

Tra le novità da segnalare, il fatto che la direzione sia segnalata tra gli organi dell’autorità, insieme con il Consiglio direttivo e il presidente, che al momento è il card. Attilio Nicora.

Importante anche l’inserimento della figura del vicedirettore, che, come il direttore,  viene “nominato dal Segretario di Stato ad quinquennium, su proposta formulata dal Presidente, tra persone di provata onorabilità, senza conflitti di interessi e con una riconosciuta competenza nelle materie giuridiche, economiche e finanziarie e negli ambiti oggetto dell’attività dell’Autorità”.

I poteri dell’Autorità di Informazione Finanziaria erano già stati puntellati, seguendo le raccomandazioni di MONEYVAL. Già nel dicembre 2012, due modifiche alla normativa antiriciclaggio avevano dato all’Aif il il potere di stipulare dei protocolli di intesa con analoghe autorità di altri Stati senza il nulla osta della Segreteria di Stato. In questo modo erano ulteriormente favoriti  la cooperazione e lo scambio internazionale di informazioni, un passo importante che ha favorito l’adesione dell’AIF al gruppo Egmont, avvenuta lo scorso luglio.

Con le funzioni rafforzate, l’Aif aveva stipulato vari protocolli di intesa. Tra i più importanti, quello con l’omologa americana FinCEN e quello con la Unità di Informazione Finanziaria italiana. Intanto, si preparava una riforma più generale della struttura della finanza vaticana. Il motu proprio del 8 agosto istitutiva il Comitato di Sicurezza Finanziaria (in cui siede anche il direttore dell’Autorità), mentre la legge dell’8 ottobre dava alla Santa Sede una sorta di “testo unico in materia finanziaria”, secondo la definizione del Segretario per i Rapporti con gli Stati Dominique Mamberti. Il nuovo statuto dell’Aif rende l’autorità conforme al nuovo sistema finanziario.

Si delinea così il sistema finanziario della Santa Sede, che sarà discusso alla plenaria di MONEYVAL – il comitato del consiglio d’Europa che valuta l’aderenza agli standard internazionali di trasparenza finanziaria dei Paesi membri – il prossimo dicembre. Lì la Santa Sede dovrà riferire sui progressi svolti nel migliorare e adeguare il suo sistema finanziario agli standard internazionali. Il report della Santa Sede sarà – per decisione e richiesta vaticana – su una serie di punti più ampia di quella generalmente prevista dalle procedure standard.

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