Gänswein: Papa Benedetto continua a servire la Chiesa e incontra spesso il suo successore

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“Sulla decisione della rinuncia Papa Benedetto è stato irremovibile.” A dirlo l’arcivescovo Georg Gänswein intervenendo ad un dibattito sul tema “Essere Chiesa nel tempo dei due Papi’’ organizzato dal Centro Sociale “il Melograno”.  “Chi conosce un po’ Papa Benedetto- ha detto il Prefetto della Casa Pontificia e segretario di Benedetto XVI- sa che tutto quello che dice in modo soft, molto cortese è molto ben pensato,  ma poi  è più duro del marmo e del ferro, ed è meglio non contraddirlo. Da quel momento in poi ho dovuto vivere con questo peso sullo stomaco e sull’anima,  sul cuore.”  

L’arcivescovo ha spiegato cosa ha significato per il Papa quel passo:  “Dobbiamo ripartire da quello che il Papa ha detto l’ 11 di febbraio. Il motivo è li. Lui non sentiva più le forze di spirito e d’animo per continuare a servire la Chiesa da successore di Pietro.  E non dobbiamo dimenticare le sue parole la sera stessa della sue elezione, il 19 aprile 2005 . Sulla loggia delle Benedizioni ha detto: sono un semplice operaio nella vigna del Signore. Questa è una bella espressione, ma non è soltanto bella è la verità. Nel momento in cui lui  non si si sentiva più in grado di essere uno strumento nella mano del Signore ha sentito necessario fare un passo indietro. É chiaro che è la prima volta che questo succede. E questo poteva farlo soltanto una persona che comprende bene quello che fa, che non fugge, ma che in piena responsabilità, come ha detto ripetutamente, coram Domino, cioè in coscienza , ha pensato e soprattutto per la quale pregato.  E alla fine  questo era il risultato.”

E ha proposito della risposta del Papa alla domanda sulla rinuncia nel libro di Peter Seewald “Luce del mondo”, monsignor Georg ha precisato che un Papa può solo rinunciare perché le dimissioni dovrebbe accettarle qualcuno al di sopra, ma il Papa ha sopra di sè solo il Signore, e pertanto può solo liberamente rinunciare. “La domanda era chiara – ha detto- e la risposta era chiarissima: sì, se il Papa non ha più le forze di fare ciò che deve fare può rinunciare. Ma non deve fuggire. E va detto questo, ed è importante: in un momento di grande difficoltà, o in un momento di pericolo, il pastore non deve lasciare da sole le pecore. E questo è chiarissimo: Papa Benedetto non è fuggito.”

Sulla vita quotidiana del Papa emerito l’arcivescovo ha spiegato: “ Siamo in sei, il Papa io e le quattro memores Domini che erano in Appartamento. Il posto è forse il più bello geograficamente di tutto il Vaticano, nei Giardini,  ed è una costruzione degli anni ’30 quando è stata costruita la Radio Vaticana. Era un edificio per la direzione e una casa per il direttore tecnico, poi negli anni ’80 Giovanni Paolo II ha chiesto che in Vaticano ci fossero delle suore di clausura e così è stata allargata la casa e costruita un cappella. E quando il Papa ha preso la sua decisione mi ha detto: io vorrei andare lì. Certo bisognava sistemare le cose. Ora abita li, sta bene, è chiaro che è un uomo anziano, un po’ vecchio fragile e debole fisicamente, non è mai stato un grande sportivo. Ma la testa funziona molto bene. E come ha detto quando ha lasciato il pontificato, vuole ritirarsi sul monte e lì in un altro modo continua a fare la sua missione. Prega, legge, riceve viste, passeggia e ha un’ampia corrispondenza privata, e c’è un ottimo contatto con il suo successore.”

 

 

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