Il papa: non abusare dell'”incapacità psichica” nelle cause di nullità matrimoniale

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Venti anni dopo le parole di Giovanni Paolo II sulla incapacità psichica nelle cause di nullità matrimoniale il papa torna a mettere in guardia i giudici rotali . Non abusate, dice, di questa motivazione ai membri del Tribunale della Rota Romana, ricevuti in udienza nel giorno dell’apertura dell’anno giudiziario. “Doverosa profondita’” e “rigore procedurale” sono le necessarie caratteristiche di un processo che porti alla dimostrazione della nullità di un sacramento come il matrimonio.
L’invito è a “riscoprire in positivo la capacita’ che in principio ogni persona umana ha di sposarsi in virtu’ della sua stessa natura di uomo o di donna.” Il rischio che il papa mette in evidenza è che si cada “in un pessimismo antropologico che, alla luce dell’odierna situazione culturale, considera quasi impossibile sposarsi”. Il Papa si chiede “in quale misura questi interventi abbiano avuto una recezione adeguata nei tribunali ecclesiastici”.

“E’ davanti agli occhi di tutti – afferma – il dato di fatto di un problema che continua ad essere di grande attualità” ed ha aggiunto: “In alcuni casi si può purtroppo avvertire ancora viva l’esigenza di cui parlava il mio venerato Predecessore: quella di preservare la comunità ecclesiale «dallo scandalo di vedere in pratica distrutto il valore del matrimonio cristiano dal moltiplicarsi esagerato e quasi automatico delle dichiarazioni di nullità, in caso di fallimento del matrimonio, sotto il pretesto di una qualche immaturità o debolezza psichica del contraente»”. Non bisogna confondere incapacità e difficoltà. “Una vera incapacità – afferma citando Giovanni Paolo II – ‘è ipotizzabile solo in presenza di una seria forma di anomalia’ che – presente già al tempo del matrimonio – ‘deve intaccare sostanzialmente le capacità di intendere e/o di volere’” e quindi la facoltà di scegliere liberamente lo stato di vita. Anomalia che deve provocare “non solo una grave difficoltà, ma anche l’impossibilità di far fronte ai compiti inerenti agli obblighi essenziali del matrimonio”.

Attenzione quindi a non cadere nella trappola dell’ottica “riduzionistica che misconosce la verità sul matrimonio, la realizzazione effettiva di una vera comunione di vita e di amore, idealizzata su un piano di benessere puramente umano, diventa essenzialmente dipendente soltanto da fattori accidentali, e non invece dall’esercizio della libertà umana sorretta dalla grazia”. E il papa conclude con un invito specifico: “Le cause di nullità per incapacità psichica esigono, in linea di principio, che il giudice si serva dell’aiuto dei periti per accertare l’esistenza di una vera incapacità, che è sempre un’eccezione al principio naturale della capacità necessaria per comprendere, decidere e realizzare la donazione di sé stessi dalla quale nasce il vincolo coniugale”.

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