Gli assistenti dell’AC a Convegno. Mons. Sigalini: Si alla cura educatva, no al “parrocchialese”

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Si è chiuso a Roma il Convegno nazionale degli assistenti diocesani e parrocchiali dell’Azione Cattolica Italiana. Per i circa 250 “accompagnatori spirituali” dei laici della più antica associazione italiana, una quattro giorni sul tema “Collaboratori della vostra gioia”, cominciata lunedì scorso, 26 gennaio, e terminata oggi pomeriggio con le conclusioni dell’assistente generale mons. Domenico Sigalini.

Al centro del convegno le nuove sfide della formazione e la “cura educativa”, con uno sguardo all’”emergenza” citata più volte da papa Benedetto XVI. Tante le occasioni di confronto per gli assitenti giunti alla Domus Mariae da ogni angolo d’Italia, oltre alle tavole rotonde ed ai laboratori. Ieri l’attesa visita del card. Angelo Comastri, Arciprete della Basilica Vaticana, che ha presieduto l’Eucarestia. Oggi la celebrazione presieduta da mons. Mariano Crociata, Segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana.
“Si può avere cura educativa degli altri e collaborare alla loro gioia, solo se si ha cura dell’educazione di sé – ha detto i segretairo della CEI – Il rischio è pensare che ci sia da una parte colui che educa e dall’altra qualcuno da educare, mentre l’opera educativa vera si compie insieme, in coscienza e responsabilità”.

“La fede è un caso serio della nostra vita, non siamo i mestieranti del sacro. È una ricerca sempre da approfondire. Esige di non legare a sé i laici, di orientarli sempre alla Chiesa e in essa a Gesù, attraverso il racconto di quanto Dio ha fatto di noi, non tanto dei nostri sforzi”. Queste le parole di mons. Domenico Sigalini durante la tavola rotonda di ieri. “L’Ac – ha ribadito l’assistente generale – è quotidianamente missionaria come stile, proprio perché associazione laicale. Le richieste rivolte a volte da noi presbiteri nei confronti dei laici a vivere in sacrestia e parlare il «parrocchialese»”, ha aggiunto, “devono essere viste come attentati all’identità dell’Ac”.

“Aiutare l’associazione ad aprire l’orizzonte a tutti significa qualche volta – ha concluso, rivolto ai sacerdoti – sentirsi soltanto ospiti del nostro mondo ecclesiastico. Le nostre canoniche, case parrocchiali e centri diocesani devono essere aperti, i laici devono potersi sentire a casa loro”.

Per Franco Miano, presidente nazionale dell’Associazione, “Alimentare una nuova stagione di vocazioni educative – laicali e sacerdotali – significative” è il compito dell’Azione cattolica in un tempo in cui “c’è un deficit di vocazioni educative a tutti i livelli”. “Il senso di scoraggiamento che prende gli educatori è l’aspetto più grave dell’emergenza educativa”, ha aggiunto Miano: di questo l’Ac “non può non tenerne conto” ed è perciò chiamata a “dare testimonianza di un’inversione di tendenza”.

La cura educativa dell’associazione, secondo il suo presidente, passa dal “recupero dell’essenziale” per “ritrovare il cuore della vita cristiana” a fronte del rischio corrente di “perdere il senso delle poche cose che contano”. Miano ha poi ricordato il “radicamento nel battesimo” come “cuore del carisma associativo” e il “servizio nella parrocchia” come “caratteristica fondante l’Ac”, che aiuta a “tenere insieme la fede con la vita”.

Il convegno ha vissuto un’interessante tavola rotonda d’apertura sul tema Che cosa sta dietro l’emergenza educativa?, a cui hanno partecipano Anna Oliverio Ferraris, docente di Psicologia dello sviluppo all’Università di Roma “La Sapienza”, Luciano Caimi, docente di Storia della Pedagogia all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia, Franco Venturella, dirigente dell’Ufficio Scolastico Provinciale di Padova.

Il Convegno è proseguito affrontando temi come La dimensione educativa nella spiritualità dell’Assistente (relatore don Erio Castellucci, Presidente della Facoltà Teologica dell’Emilia Romagna), San Paolo educatore (relatore don Guido Benzi, Direttore dell’Ufficio Catechistico Nazionale), La santità, scelta educativa dell’AC (relatori Franco Miano, Presidente nazionale dell’AC, e mons. Domenico Sigalini, Assistente ecclesiastico generale dell’AC e vescovo di Palestrina), Dio educa il suo popolo (relatore padre Francesco Rossi de Gasperis, biblista del Pontificio istituto biblico di Gerusalemme).

Non è mancata una sessione di laboratori, dedicata al tema I luoghi della cura educativa e il Ricordo di don Primo Mazzolari a 50 anni dalla morte a cura di Gianni Borsa, direttore della rivista Segno nel mondo, organo ufficiale dell’Associazione.

Come sottolineato da mons. Domenico Sigalini: «Il Convegno rappresenta un’occasione preziosa per effettuare una riflessione condivisa su un tema tanto rilevante per tutta la Chiesa in Italia e per la nostra Associazione. Quello dell’educazione è infatti un argomento particolarmente attuale, in piena consonanza con quanto Benedetto XVI ha detto all’Azione Cattolica il 4 maggio 2008 in Piazza San Pietro: “In una Chiesa missionaria, posta dinanzi ad una emergenza educativa come quella che si riscontra oggi in Italia, voi che la amate e la servite sappiate essere annunciatori instancabili ed educatori preparati e generosi”».

Nelle sue conclusioni, inoltre, mons. Sigalini ha spiegato che “l’educazione non è solo un problema di giovani, ma globalmente di ogni persona che si deve sempre sentire in cammino di formazione e in particolar modo degli adulti”, “Nessuno è autosufficiente nell’educare. Deve essere messa in atto una convergenza di progetti tra tutte le realtà educative: famiglia, scuola, parrocchia, tempo libero, mondo dell’informazione” ed infine che “Essere presbiteri, significa essere educatori al senso della vita, ma anche aiutare a incontrarlo nella persona di Gesù e a vivere una vita santa”.

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